Melanie De Biasio ha annunciato il suo nuovo album in studio
“Il Viaggio” verrà pubblicato il 13 ottobre dalla PIAS
Photo Cover: Maël G. Lagadec
Parabola curiosa ma intrigante quella della cantante belga Melanie De Biasio, che l’ha portata da un esordio in sordina a diventare un’interprete importante. Sono passati sei anni dalla pubblicazione di quel Lilies che in qualche modo mi aveva fatto sbilanciare: “La magia della sua voce, il profumo dei pochi strumenti usati e la perfezione del saperli dosare sapientemente mostrata in Lilies fortunatamente ci conferma che l’italo-belga può andare oltre e la conferma come una delle migliori e più ispirate interpreti contemporanee.”
A distanza di sei anni da Lilies, torna con un lavoro ancora più personale dei precedenti: Il Viaggio. Un progetto nato innanzitutto dall’esigenza di riconnettersi con le origini, intese come le sue e quelle della sua musica.
Così la racconta Marta Blumi Tripodi:

«Quando ho cominciato a lavorare a questo disco erano cinque anni che non registravo niente. Avevo quasi timore di avere disimparato» ha raccontato Mélanie. Nell’ultimo periodo, infatti, si era dedicata a un compito ben arduo: quello di creare un luogo in grado di accogliere chi ha bisogno di un porto sicuro in cui scrivere e creare. Questo rifugio è racchiuso tra le mura dell’ex Consolato italiano di Charleroi, un palazzo d’epoca da lei acquistato per condividerlo con la comunità. L’ha ribattezzato L’Alba ed è una vera e propria residenza d’artista per coloro che, come lei, al termine di tour fisicamente e mentalmente molto impegnativi hanno la necessità di un luogo in cui «riposarsi, lasciar decantare. Un rifugio dove vivere il senso profondo della pagina bianca, in cui liberarsi di tutto ciò che è stato e aspettare che il nuovo arrivi». I 1.325 metri quadrati de L’Alba sono frutto delle sue fatiche, letteralmente e in senso figurato. «Mi sono occupata io di tutto, con l’aiuto di alcuni volontari: si può dire che sia stata capomastro di questa ristrutturazione» ricorda, sorridendo. «Per tre anni non ho praticamente cantato, perché vivevo in quel cantiere, in mezzo alla polvere. Mi sembrava di dover indossare una sorta di corazza, per riuscire a sopravvivere e a portare avanti i miei obbiettivi. Ma quando i lavori sono finalmente terminati e avremmo potuto goderne i frutti è arrivato il Covid, e le porte della casa si sono chiuse per un lungo periodo».
L’opportunità di rimettersi all’opera su qualcosa di immateriale ma altrettanto tangibile (e soprattutto «di tornare ad abbracciare la vulnerabilità, di respirare e vibrare di nuovo») le arriva tramite un’offerta inattesa, quella del festival di arti audiovisive Europalia. L’edizione 2021-2022 è dedicata al tema del viaggio in treno; come quello compiuto dagli emigranti italiani diretti in Belgio, riflette Mélanie. La scelta cade su due destinazioni: Lettomanoppello, un piccolo centro della provincia di Pescara da cui sono partiti molti dei minatori di Marcinelle, e Montereale Valcellina, in Friuli, il paese d’origine della famiglia De Biasio.
L’idea è quella di fermarsi qualche settimana in Italia «e poi rifare il tragitto verso Charleroi in treno, con gli occhi di un bambino che dopo un anno raggiunge suo padre che è là per lavorare» spiega. «Mi sono chiesta: cosa avrà messo quel bambino nel suo bagaglio? Non sa verso cosa è diretto, sa solo che va verso un futuro migliore, per come glielo hanno raccontato i suoi genitori. Il suo parco giochi, fino a quel momento, sono stati i monti, i ruscelli, gli animali, l’aria, il calore, l’odore del pane e di sua nonna». E mentre il treno scorre lento – si tratta di un vecchio convoglio locale, che ferma in tutte le stazioni – Mélanie filma tutto ciò che vede dal finestrino, con gli occhi di quel bimbo. «Il suono è la sua immaginazione, mentre le immagini sono tutto ciò che vede attraverso il vetro». Il risultato è la suggestiva opera di video art Il viaggio, presentata alla Triennale di Milano il 18 settembre 2022.
Durante la sua permanenza a Lettomanoppello, Mélanie De Biasio ha voluto entrare a far parte del tessuto sociale e vitale del paese. Nadia, la proprietaria dell’appartamento affacciato sui monti in cui ha vissuto e lavorato, le presenta i tagliatori di pietra locali; mentre li registra, in una giornata particolarmente ventosa, un anziano signore la aiuta a schermarne il rumore prestandole un ombrello. «Quando ha parlato, nella sua voce ho sentito tutte le sfumature di molteplici generazioni» ricorda. Il suo nome è Cicco Peppe, e dopo quel primo incontro si perdono di vista: si ritroveranno quasi per caso, o per destino, alla fine del suo viaggio. Mélanie gli chiede di raccontare i suoi ricordi sull’emigrazione degli italiani in Belgio, e decide di utilizzarli nella prima traccia del nuovo album, che porta non a caso il suo nome. «Non potevo fare altrimenti: la sua voce così musicale e profonda, né femminile né maschile, ci riporta a un luogo che tutti abbiamo in comune. Anche chi non conosce l’italiano lo coglie». Per la prima volta, inoltre, l’artista canta anche nella lingua della sua famiglia di origine. «Sentivo che quello che dovevo esprimere in questo progetto doveva essere cantato in questo idioma, per avvicinarmi alle mie radici» confida. «La frase “Quando sulla pelle la pietra canta” per me riassume perfettamente questo viaggio. Ha risvegliato una morbidezza che non sperimentavo più da tanto tempo».

Mélanie ha registrato le tracce del nuovo album in luoghi suggestivi e unici, che l’hanno aiutata a catturare l’energia e l’essenza di ogni dettaglio. Una piccola chiesa di montagna dal particolare riverbero; la terrazza del suo appartamento a Lettomanoppello; la casa dove visse sua nonna Rina a Montereale Valcellina. «Le persone dei paesi che ho visitato mi hanno aiutato tantissimo, ed è per quello che la lista dei ringraziamenti è così lunga» dice grata. Il lavoro di postproduzione è stato compiuto insieme a David Baron, prluripremiato produttore americano con alle spalle una lunga tradizione familiare nell’ambito del field recording. Per Mélanie è «perfetto per trattare il tipo di suono che avevo raccolto, per triturare la materia e renderla più elettronica». Baron si innamora del progetto e la invita a raggiungerlo per due mesi nel suo studio a Boiceville, sui monti Catskill. Lì mettono mano ad alcune delle tracce più evocative, tra cui “The Chaos Azure”, che di fatto si trasforma in un EP a sé. «È un pezzo di importanza cardine, per me. Lo avevo iniziato nel tentativo di catturare l’atmosfera dell’alba sulla mia terrazza di Lettomanoppello» racconta. «Ascoltavo la notte che si dissipava e il sole che si levava. Il silenzio non era un vero silenzio, ma un concerto: i cani smettevano di abbaiare lasciando il posto agli uccelli, che a loro volta smettevano di cantare quando un camion passava a valle…». A completare la composizione, un violoncello e un testo di grande intensità. «Il titolo provvisorio era Never Kneel to Pray: lo avevo conservato per lungo tempo, ma non avevo ancora trovato la chiave giusta per usarlo. Il violoncello era la trama giusta con cui intrecciarlo». Di “The Chaos Azure” è stata realizzata anche una versione da venti minuti: «Amo poter fare tracce lunghe che si evolvono come un viaggio», spiega.
Come dice Mélanie De Biasio, siamo tutti dei nomadi in un viaggio solitario: tutti noi abbiamo qualche familiare che è partito per un luogo lontano in passato, e tutti ne avremo uno che farà lo stesso in futuro. «Spero che questo mio viaggio vi aiuti ad accompagnarvi nel vostro» augura. «Spero che vi porti altrove, in un luogo che non visitate spesso, ma che vi appartenga davvero. Spero vi aiuti a trovare il luogo dove la pietra canta».
Una voce sensuale che parla dolcemente e rende le sue canzoni così originali, melodie rassicuranti, ambientazioni fatte di comfort e un’esperienza sensoriale totale: tutto ciò che rende Melanie De Biasio un’artista così distinta è in “Now Is Narrow” e “We Never Kneel To Pray”. Due variazioni dello stesso tema, una elettronica, l’altra acustica, per scoprire la ricchezza del suono di Melanie De Biasio.
Registrato in parte in Italia, patria dei suoi antenati, e nel suo paese natale, il Belgio, e concepito come un viaggio sonoro, Il Viaggio rappresenta una ricerca di rinnovamento musicale e Melanie De Biasio, dopo aver intrapreso questo viaggio per reinventarsi, ci invita a unirci a lei in una serenità esaltante.
Guarda l’artwork, e i video di “Now Is Narrow” e “We Never Kneel To Pray” qui sotto.
Il Viaggio è già disponibile per il pre-order a questo link.

DISCO 1: “LAY YOUR EAR TO THE RAIL”
1. Lay Your Ear To The Rail
2. Nonnarina
3. Il Vento
4. We Never Kneel To Pray
5. I’m Looking For
6. Mi Ricordo Di Te
7. Chiesa
8. Now Is Narrow
9. San Liberatore
DISCO 2: “THE CHAOS AZURE”
1. The Chaos Azure
2. Alba