Tornano i Pumajaw dopo otto anni di assenza
“Scapa Foolscap” è un lavoro che affascina tra folk psichedelico ed elettronica
Siamo a Londra nel 1994. La cantautrice ed artista scozzese Pinkie Maclure sta preparando il secondo lavoro a suo nome, a nove anni di distanza dall’esordio. A sedersi dietro al mixer per le registrazioni di Favourite c’è il musicista e produttore John Wills, non certo l’ultimo arrivato visto che era già un nome importante nella scena psichedelica britannica. I due si erano conosciuti avendo firmato quasi contemporaneamente un contratto per una delle più importanti etichette indipendenti come la Beggars Banquet. Wills era stato il batterista dei Loop, band fondata nella capitale britannica dal chitarrista Robert Hampson, tra i gruppi fondamentali della scena neopsichedelica inglese che affondava le radici nel kraut-rock. Il suo senso ritmico, pesante e coinvolgente, aveva contribuito non poco a creare un suono che verrà preso a piene mani dalla corrente shoegazing. Ma Wills non è stato solo il batterista dei Loop e dei Hair & Skin Trading Company (band fondata dopo lo scioglimento dei Loop insieme al bassista Neil Mackay), ma anche polistrumentista e produttore, lavorando dietro al mixer per etichette come Creation, Beggars Banquet e Wiiija Records, quella storica label psichedelica fondata da alcuni ragazzi che lavoravano nello storico negozio di dischi londinese Rough Trade mutuando il codice postale della sede di Talbot Road (W11 1JA).
I due trovano un comune terreno fertile nell’amore per la fusione tra strumenti tradizionali, elettronica e field recordings e di lì a poco iniziano a scrivere musica insieme nascosti dietro diversi pseudonimi come Fingerfood, Hello e Lumen. Ma è con la ragione sociale di Pumajaw che l’affiatato duo riesce a dare il meglio. Negli corso degli anni hanno limato e perfezionato il loro suono che, da più di venti anni, vede la compresenza di folk psichedelico ed elettronica, uniti ad una passione per l’avanguardia ed i vocalizzi jazz oltre ad un sentore del trip-hop che fu. Questa miscela riesce a creare un’atmosfera oscura, brumosa e malinconica che risulta estremamente accattivante e coinvolgente, anche se (per i misteri insondabili del mercato discografico) non è riuscita mai ad attirare un’attenzione che non sia di nicchia, nonostante la pubblicazione nel 2008 dell’antologia Favourites da parte della nota Fire Records.
Nel 2015, dopo aver creato alcuni lungometraggi, essere andati in tour tanto lunghi quanto faticosi e il successo di uno spettacolo multimediale per l’Edinburgh Fringe chiamato Song Noir, un’ora di video e canzoni arrangiate da classici del film noir suonate insieme alle tracce del disco omonimo, il duo ha deciso che era tempo di prendersi una meritata pausa. Mentre Pinkie si è dedicata alle arti visive e soprattutto alla creazione di meravigliose opere di vetro colorato (una delle quali campeggia nella copertina del primo album solista di Dave Callahan), Wills si è trasferito nella baia di Scapa Flow, nelle isole Orcadi, nota per essere stata la sede della maggiore base navale britannica durante la prima e la seconda guerra mondiale. In uno dei punti più a nord della Gran Bretagna, si è dedicato alla registrazione di field recordings per fissare su nastro i suoni e le atmosfere uniche dell’arcipelago. In realtà quei paesaggi sonori erano intesi solo come bozze grezze, (da cui il foolscap del titolo), ma Pinkie in qualche modo è riuscita ad ascoltarli e a convincerlo che l’unione tra la sua voce e quei suoni sarebbero potuti essere una ottima base per l’ottavo album in studio dei Pumajaw.
E Scapa Foolscap, pubblicato a febbraio 2022 dalla loro piccola etichetta Bedevil, non delude le attese già dall’apertura di “Murmurised”, pura ipnosi di folk scuro dove Pinkie ci porta con il suo timbro affascinante ad un parallelismo con gli storni per spiegare il ritorno alla natura per trovare conforto dopo due anni di semi-isolamento. Se “The Smell Of Trouble” con i suoi ritmi dilatati ed il cambio di passo (e di voce) a metà percorso ci porta verso un trip hop dai contorni indefiniti e “The Innocent Win” procede con un seducente downtempo sulla stessa falsariga, “Michaela” con le sue tessiture di harmonium e arpeggi è una sorta di viaggio nel tempo che ci porta in uno scuro paesaggio medievale. “Loval Envy” alza i bpm per un ritmo quasi ballabile, mentre le sperimentazioni elettroniche sono appannaggio dei rimbalzi di synth di “The Mirror Of The Other” dove troviamo la partecipazione come ospite del cantautore irlandese Adrian Crowley. Un avvio quasi Talk Talk, quello di “Caramelised”, trafitto dai field recordings e dai vocalizzi di una Pinkie perfetta nella sua interpretazione di donna misteriosa e seducente. La chiusura è affidata ad una “Silky and Tar” in cui le risacche elettroniche e la voce di Pinkie si infrangono sulle coste rocciose di Scapa Flow come un ibrido tra la vocalità di Nina Simone e i patterns dei Boards Of Canada.
Un disco che dipinge paesaggi sonori tanto inquietanti quanto affascinanti come lo splendido artwork realizzato da Stefano Piacenti, otto tracce fuori dal tempo in cui l’amore del duo per elettronica, weird folk, trip-hop, jazz si uniscono in un caleidoscopio sonoro senza limiti dall’indubbio fascino.
TRACKLIST
1. Murmurised 3:40
2. The Smell Of Trouble 5:13
3. The Innocent Win 5:18
4. Michaela 2:29
5. Local Envy 3:20
6. The Mirror Of The Other 5:28
7. Caramelised 4:32
8. Silky And Tar 3:44