Negli ultimi mesi c’è stato un proliferare di supergruppi formati da musicisti in libera uscita dalle band di appartenenza. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati i BNQT (Grandaddy, Band of Horses, Franz Ferdinand, Midlake) e più recentemente i Crystal Fairy (Melvins, At The Drive-In, Le Butcherettes). Anche i Big Walnuts Yonder sono formati da musicisti di vecchia data e di indiscutibile talento: Mike Watt (Minutemen, Firehose, Il Sogno Del Marinaio), Nels Cline (Wilco, Geraldine Fibbers, Scarnella, Nels Cline Singers), Greg Saunier (Deerhoof) e Nick Reinhart (Tera Melos), ma l’alchimia ed il processo creativo alla base di questo nuovo gruppo sembra decisamente di un altro livello.
“Sono mondi che si scontrano,” così Watt spiega il suono del quartetto, che coniuga elementi “proto-punk, free jazz, power pop, experimental music, psych-rock e il primo trip di acidi avuto da adolescente tutto insieme.” L’idea di formare i Big Walnuts Yonder risale ad una conversazione tra Watt e Reinhart avvenuta nel 2008, ma visto il fitto calendario dei due musicisti, non è stato facile trovare il tempo di mettersi seduti al tavolo e buttare giù le idee per un album vero e proprio.
“Lo abbiamo pianificato per molto tempo,” ha detto Saunier. “Poi sono passati addirittura anni in cui non è successo nulla per i numerosi impegni che ognuno di noi aveva. Ci sono stati 2-3 anni di una lenta e calma preparazione, poi le cose si sono dovute accelerare all’improvviso perché stavamo mettendo a repentaglio tempo e soldi.” Il risultato è il debutto autointitolato della band, in uscita il 5 maggio per l’etichetta Sargent House.
Il disco è stato registrato in appena tre giorni durante l’estate 2014 nello Studio G di Brooklyn, con l’aiuto del proprietario dello studio Tony Maimone, produttore e bassista dei Pere Ubu. E’ formato da 10 canzoni, otto delle quali partono con le classiche linee di basso di Mike Watt, poi arricchite dagli altri membri del gruppo; Saunier e Cline hanno contribuito con una canzone a testa a completare l’album. “Sono praticamente sicuro che gli altri non sapevano cosa avremmo suonato prima di entrare in studio,” ha detto Reinhart. “Ma è davvero molto interessante vedere come quasi tutte le canzoni iniziano con il basso di Mike Watt, e ognuno è stato capace di aggiungere melodie e rifinire le canzoni intorno a quelle linee guida.”
Come primo sguardo a quello che sarà Big Walnuts Yonder, il gruppo ha condiviso “Raise the Drawbridges?”, un brano che vuole in qualche modo fotografare un’esempio delle brutalità delle forze dell’ordine. “Mike Watt interpreta un ufficiale che agisce in maniera troppo violenta provocando un conflitto,” ha voluto spiegare Saunier, “per poi commentare l’evidenza della paura provata dallo stesso ufficiale e la futilità del suo modo di agire.” Ascolta il brano qui sotto e leggi un’intervista esclusiva alla band via Consequence Of Sound.
L’album si può già preordinare a questo link.