Il nuovo episodio della R’N’R Time Machine è dedicato ai Morphine
Mark Sandman e i suoi sodali sono stati un gruppo meraviglioso ed inimitabile
Photo Cover: Bob Berg/Getty Images
Introduzione
Era davvero doveroso salire di nuovo sulla Rock ‘N’ Roll Time Machine per andare a rivivere la storia di un personaggio e di una band capace di marchiare a fuoco gli anni ’90 in musica creando un’alchimia sonora assolutamente irripetibile.
Un nome entrato nella leggenda, un musicista il cui nome è scolpito nella pietra su una targa a Palestrina e nel cuore di molti di noi. Difficile non ripercorrere la storia di Mark Sandman e dei suoi Morphine senza provare emozione, per le meraviglie e le magie che ci hanno saputo regalare, non ascrivibili a nessun genere se non a loro stessi. Non potevano che essere i Morphine a farci salire di nuovo sulla macchina del tempo del rock n roll per rivivere la storia di uno dei gruppi più importanti ed originali degli anni ’90.
Primi passi e i Treat Her Right
Il capitano e comandante di questo gruppo, Mark Sandman, nasce il 25 settembre 1952 a Newton, Massachussets. Una vita non semplice la sua. Dopo aver frequentato la University of Massachussetts senza arrivare fino alla laurea, il giovane Mark svolge una serie di lavori che lo segneranno profondamente facendo il pescatore in Alaska, il muratore e il tassista. Una volta Sandman raccontò che spesso guadagnava una considerevole somma per gli straordinari, che gli consentiva di prendersi delle ferie e di viaggiare al di fuori del New England, in luoghi come il Colorado rurale, dove sono ambientate alcune delle canzoni che ha scritto per i Morphine e per la sua band precedente chiamata Treat Her Right.
Ma non precorriamo i tempi. Come detto non è stata una vita facile quella di Mark, tanto che non amava farne menzione durante le (non propriamente frequenti) interviste. La morte dei due fratelli Jon e Roger (il primo precipitato da una finestra, il secondo per un malore improvviso) e un’aggressione a scopo di rapina mentre guidava il taxi culminata in una coltellata al petto hanno profondamente segnato la sua vita, unitamente al fatto che la sua carriera musicale era iniziata non proprio in tenera età, cruccio che si porterà avanti durante tutta la sua carriera.
Mentre ancora guidava il taxi a Boston, Mark si dilettava in comporre canzoni e inciderle su un registratore sotto il nome di Sandman quando David Alcott (conosciuto come Dave Champagne) gli propose di unirsi alla sua band, i Treat Her Right. Il blues-rock swampop proposto da Champagne raccolse il plauso della critica e rese i Treat Her Right una delle band locali più popolari di Boston per alcuni anni di seguito fino alla registrazione di tre album usciti su Soul Select, Demon UK e sulla major RCA. Nella band Mark suonava quella che lui amava chiamare low guitar: una chitarra autocostruita con il suono simile ad un basso. Quell’approccio aperto verso il rock delle radici, R&B e blues non era propriamente nelle corde di Sandman, più attirato da lidi diversi e più cupi. Sembrava che l’allora chitarrista stesse prendendo le redini compositive del gruppo quando, dopo l’uscita del terzo lavoro What’s Good For You nel 1991, la strada dei Treat Her Right si interrompe bruscamente. Mark non se ne fa un cruccio, a lui certo non mancano le alternative.
L'inizio dell'avventura Morphine
Mark Sandman suonava ancora la chitarra nei Treat Her Right quando mise insieme i Morphine come progetto secondario. Da sempre prolifico costruttore di band, Mark suonava in almeno cinque gruppi contemporaneamente quando i Morphine sono partiti, tra cui gli Hypnosonics, i Candy Bar, i Treat Her Orange, i Supergroup (con Chris Ballew che troverà il successo con i Presidents of the United States of America) e i Sandman. Nel frattempo sembra incanalare i suoi sforzi maggiori nel progetto Morphine insieme al batterista Jerome Deupree (ex Sex Execs, Mr. Happy, Humanz) e Dana Colley (con lui negli Hypnosonics).
Per il suo progetto definitivo Mark ha ancora in serbo alcune novità per creare il suo suono caratteristico e personale: se nei Treat Her Right aveva usato una chitarra suonata attraverso un pedale octaver (che emula il suono del basso utilizzando l’effetto di ottava inferiore) per produrre la sua Low Guitar, stavolta si affida ad un basso a due corde (o addirittura ad una) senza tasti suonato con uno slide. Per lui due corde erano decisamente sufficienti per far partire le cose. Più tardi Mark sviluppò la tritar, in parte basso, in parte chitarra, tre corde in tutto, che si rivelò il perfezionamento finale che stava cercando e che avrebbe tenuto banco per il resto dell’ascesa dei Morphine alla celebrità nel mondo dell’alternative rock. Questa semplicità era tipica di quel ragazzo schivo, alto e magro che una volta aveva descritto così la sua idea di canzone perfetta: “Dovrebbe avere solo una strofa, due al massimo, e un ritornello…e il minor numero possibile di parole”.
Il suono scelto dal leader ha imposto un’economia di movimento che contribuisce a enfatizzare il suono aperto e spoglio del gruppo. Dana Colley fornisce linee di sax fluide e terrose che in qualche modo compensano la sezione ritmica bloccata di Jerome e Mark, ed il risultato è un suono unico e assolutamente perfetto. Oltretutto Sandman non doveva più spartire la fase compositiva con qualcun altro e quindi poteva tranquillamente spaziare nel suo nuovo mondo compositivo che lui chiamava low rock, un ambiente sonoro che prendeva il blues, rock, jazz, funk e li plasmava, li modificava in qualcosa di altro che non assomigliava ad altro che ai Morphine. E se, come spero, li conoscete già, sapete benissimo cosa intendo dire.
Un rock senza il suo strumento principe, la chitarra. Un notturno e stordente, vertiginoso e suadente, sensuale e ombroso. Il trio viene messo sotto contratto dall’etichetta locale Accurate Records del leader della Either-Orchestra Russ Gershon, che aveva fondato una sottolabel chiamata Accurate Distortion apposta per questo progetto unico. In realtà Gershon aveva avviato l’etichetta come mezzo per produrre dischi per la sua Orchestra, ma quasi subito l’aveva ampliata come piattaforma per pubblicare le sue frequenti scoperte nel mondo del jazz offbeat. Anche così, i Morphine (apparentemente un gruppo rock) potevano sembrare una forzatura dal punto di vista stilistico, ma siamo certi che Russ non si sia mai pentito di aver colto l’occasione, e il mondo della musica ha sicuramente un debito di gratitudine nei suoi confronti per averlo fatto
Good
Good viene pubblicato l’8 settembre 1992, quando Sandman sta per compiere 40 anni. Nonostante un problema di organico (Jerome Deupree deve dare forfait all’inizio delle registrazioni per problemi alla mano e viene sostituito dall’ex sodale nei Treat Her Right Billy Conway per un’alternanza che durerà per tutta la loro carriera) il disco è già ascrivibile nel genere “capolavoro”. La parte musicale è densa, fatta dall’incrocio tra sax e basso, ricamato dalla voce cavernosa da crooner di Sandman, capace di farsi frenetica e di piombare nell’oscurità senza perdere di un briciolo la sua magia. La parte riguardante le liriche non va sottovalutata, il fascino dei Morphine è anche nei testi di Sandman, a volte derivati dalle sue esperienze dirette. Piccoli cortometraggi di vita vissuta, spesso associata a grandi scrittori di noir come James Ellroy. Vite problematiche, raccontate spesso in prima persona, ricche di tradimenti, lenzuola sfatte, dubbi esistenziali, alcool, sigarette e squallidi motel di periferia. A volte Mark non riesce a nascondere una certa misantropia, ma i suoi personaggi sono sempre terribilmente umani, capaci di suscitare una naturale empatia, sempre in bilico tra torto e ragione, tra giusto e sbagliato, ricchi di segreti e peccati.
“Pensi come una frusta sulla schiena di un cavallo
Allungata al limite, la fai schioccare
Mandi quel cavallo in giro per la pista
Voglio sapere cosa hai da dire
Posso dire che hai il sapore del cielo
Perché hai l’aspetto della pioggia” (You Look Like Rain)
Dupree si riprende in tempo per registrare il 90% dell’album, il cui successo di critica suscita l’interesse di un’etichetta più importante come la Rykodisc, pronta a metterli sotto contratto e a ristampare in Europa (dove avranno probabilmente più successo che in patria) il fortunato debutto.
Cure For Pain
Ancora a settembre, stavolta il 14 dell’anno successivo, ecco uscire il secondo album intitolato Cure For Pain. Anche stavolta Jerome Deupree ha problemi tendinei e viene sostituito da Billy Conway in due brani. La presenza in cabina di regia dell’esperto Paul Q. Kolderie (Firehose, Lemonheads, Uncle Tupelo), che Sandman conosceva già per aver lavorato con i Treat Her Right, e una maggiore enfasi compositiva porta i tre ad un album meno scuro e più immediato, senza perdere nemmeno un briciolo di magia. Anche i testi mantengono la loro importante cifra stilistica e porta Sandman a cantare canzoni come “Thursday”, dove l’incedere nervoso si accorda perfettamente al sentimento del narratore che è costretto a fuggire dalla città perché scoperto dai vicini impiccioni ad avere una storia con una donna sposata e dal marito violento:
“Ci incontravamo ogni giovedì. Giovedì, giovedì pomeriggio
Per un paio di birre E una partita a biliardo
Andavamo in un motel dall’altra parte della strada.
Si è scoperto che si trattava di uno dei vicini di casa
Uno dei vicini, uno dei vicini che ha visto la mia macchina
E le hanno detto, sì, le hanno detto Pensano di sapere chi sei
Suo marito è un uomo violento Un uomo molto violento e geloso
Ora devo lasciare questa città Devo andarmene finché sono in tempo”
Oppure la confessione di un drogato nella sinuosa title track:
“Dov’è il rituale? E dimmi dove, dov’è il gusto? Dov’è il sacrificio?
E dimmi dov’è, dov’è la fede?
Un giorno ci sarà una cura per il dolore. Sarà il giorno in cui getterò via le mie medicine
Quando troveranno una cura per il dolore”
Il disco vende benissimo, circa 400.000 copie, e una fortunata tournee ne consolida l’abilità e il connubio con il pubblico. Ogni data viene aperta dalla frase “We Are Morphine… At Your Service”, frase che verrà ripresa come titolo per una raccolta postuma.
Yes e Like Swimming
Il 21 marzo del 1995 esce il terzo album, Yes, che conclude un trittico difficilmente eguagliabile da altri gruppi. Sandman affianca l’esperto Kolderie alla produzione e Billy Conway prende definitivamente il posto del (di nuovo) convalescente Doupree. Yes è un disco straordinario dove i tre trovano la perfetta mediazione tra l’oscurità del primo e l’immediatezza del secondo, togliendo le briglie anche al sax di Dana Colley. Dal funk di “Radar” al jazz di “Whisper”, dal blues di “I Had My Chance” alla viziosa “Super Sex”, l’album è l’ennesimo capolavoro che si dipana in 12 straordinarie canzoni. Se vogliamo fare un po’ di gossip nostrano, tre canzoni (nell’ordine “Honey White” e “Super Sex”, dall’album Yes, ed “I Know You (Part I)”, dall’album Good) vengono utilizzate da Carlo Verdone per il suo film Viaggi Di Nozze (1995). Le storie raccontate nelle liriche riguardano sempre uomini in bilico, a volte truffati da donne incantatrici e traditrici come quella del testo della rotolante “Radar”:
“Ho raggiunto l’autista della mia auto, ho superato i cani e le guardie.
Superando tutti i miei allarmi che avrebbero dovuto essere così all’avanguardia
Hai lasciato un osso nel mio cortile Hai attraversato il mio radar
Mi hai giocato come una partita a scacchi e ora dici: Scacco matto
Mentre tu corri liberamente spendendo soldi ovunque
E io mi devo nascondere e non oso mostrare la mia faccia
Se io sono colpevole, lo sei anche tu – Era il 4 marzo 1982
Girando per sempre con il serbatoio vuoto di benzina
E con il portafoglio vuoto, è meglio che lo porti in banca
E ora sono in alto su un aliante, quassù, senza che tu te ne preoccupi
Ho tutto il tempo del mondo Tutto il tempo del mondo da sfruttare”
A questo punto i Morphine firmano nel 1996 un remunerativo contratto con la neonata DreamWorks Records (creata da Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen come sussidiaria musicale della casa di produzione cinematografica DreamWorks) e l’11 marzo 1997 danno alle stampe Like Swimming, album che mostra per la prima volta una certa stanchezza compositiva. Sandman ricalca in modo ripetitivo tutti i suoi clichés senza mai colpire davvero nel segno, anche se il blues di “Early To Bed” e la potente “Murder For The Money” sono davvero al di sopra della media. Proprio il testo di “Early To Bed” può riassumere la filosofia di vita di Sandman:
“Andare a letto presto e alzarsi presto
Fa sì che un uomo o una donna si perdano la vita notturna
Un drink e via a dormire. Presto sarai rannicchiato sotto la luce della lettura
O immerso nella luce blu della TV Sul tuo cuscino una mentina dopo cena
A letto presto solo per poter aspettare tre autobus, un trolley e un treno
Penso che valga la pena che tu rimanga sveglio Forse domani farai un po’ tardi”
La fine
Siamo nel 1999, Deupree si è finalmente ripreso dai suoi acciacchi e spesso la band va in tour con due batterie. Inoltre, tutti e quattro entrano in studio per registrare le canzoni destinate al nuovo disco, quello della riscossa dopo il loro unico passo falso. L’album è praticamente pronto quando, in una calda estate italiana, la band si esibisce a Palestrina, in provincia di Roma, all’interno dello splendido festival Nel Nome Del Rock. Sicuramente qualcuno di voi che mi sta ascoltando era presente quel maledetto 3 luglio 1999. Sandman sembrava di buon umore ed ottimista, la DreamWorks aveva portato una certa stabilità economica nelle casse del gruppo e gli effetti sul lungo periodo dello stress degli anni precedenti sembravano ormai svaniti. La compagna di Mark, Sabine Hrechakian, racconterà di una sorta di principio di infarto a casa due settimane prima della morte, che l’artista aveva aveva fatto passare per una indigestione in modo da rimandare i controlli alla fine del tour.
Dana Colley racconterà così l’arrivo a Palestrina: “Siamo arrivati il giorno prima passando per questa strada tutta curve, arrampicandoci su una collina a un’ora da Roma. Il palco era in uno dei posti più belli che io abbia mai visto, e non parlo solo di luoghi dove abbiamo suonato. Il giorno dopo il caldo era atroce, ma ricordo benissimo Mark al soundcheck. Era lì che giocava con la batteria e con gli altri strumenti. Quel pomeriggio stava mordendo il freno. Non vedeva l’ora di suonare e aveva un sorriso enorme ”.
Mark ringrazia il pubblico dopo un paio di brani di riscaldamento: “Grazie Palestrina. È una serata bellissima, è bello stare qui e voglio dedicarvi una canzone super-sexy”, ma subito dopo si accascia sul palco tra la disperazione degli spettatori e dei suoi compagni di palco, con cui Sandman aveva condiviso tutto dall’inizio dell’avventura Morphine. A nulla valgono i tentativi di soccorso, Mark viene dichiarato morto prima dell’arrivo dell’ambulanza. Aveva 46 anni. Nessuna autopsia verrà mai chiesta dalla famiglia in ossequio ai dettami della religione ebraica che non solo considera il corpo come il tempio dell’anima ma richiede anche una sepoltura entro tre giorni.
Naturalmente la tragedia pone anche fine all’avventura Morphine. Colley, Deupree e Conway sono sempre stati ottimi musicisti, ma non c’era alcun dubbio su chi fosse il vero motore nonché praticamente unico compositore del trio/quartetto.
The Night
La notte era compagna dei fantasmi che accompagnavano da sempre i testi e le suggestioni sonore dei Morphine, e proprio The Night è il titolo dell’album postumo, uscito a febbraio 2000, pochi mesi dopo la tragica scomparsa di Sandman. Questo lavoro aggiunge suggestioni nuove ad un suono che nel disco precedente ormai aveva imitato se stesso. Un disco oscuro, introspettivo, che si nutre delle ombre crepuscolari e di uno strisciante rhythm and blues urbano pieno di mistero. La notte dei Morphine era compagna e tiranna, rifugio e perdizione. Jerome Deupree è accreditato come ospite ma suona in tutti i brani tranne uno, in più ci sono alcuni ospiti importanti che aggiungono, come detto nuove suggestioni e nuovi colori ad una tavolozza già ricca, come (ad esempio) il violoncello di Jane Scarpantoni e l’organo di John Medeski. I testi esprimono sempre situazioni suggestive come nella title track
“Tu sei la notte, Lilah Una ragazzina persa nel bosco
Sei una fiaba folkloristica L’inspiegabile
Sei una storia della buonanotte Quella che tiene le tende chiuse
Spero che tu mi stia aspettando Perché non posso farcela da solo
Non posso farcela da solo
Sconosciuto il mondo oscuro di un tempo Tu sei il suono che non ho mai sentito prima
Fuori dalla mappa dove crescono le cose selvagge
Un altro mondo fuori dalla mia porta Sono qui, tutto solo
Guidando lungo la strada nera come la pece
Lilah, sei la mia unica casa E non posso farcela da solo”
Oppure situazioni sempre al limite come nei due amanti intrappolati in “Rope On Fire”:
“Intrappolati in una stanza in una fortezza A corto di aria per respirare
Mancano pochi secondi e ci libereremo Non pensavo che ce l’avremmo fatta
Mano a mano che si sale sulla linea di vita Per fortuna i nodi rimangono stretti
Sagome di noi due che ci arrampichiamo su una corda in fiamme
Solo noi due possiamo disinnescare la bomba E salvarci prima che l’ossigeno finisca
Io chiamo i rinforzi, tu inizia a urlare Non è la prima volta che ci troviamo in questo sogno”
Il disco è la dimostrazione di quanto scorresse ancora potente la magia nelle mani, nella testa e nel fragile cuore di Mark Sandman.
Epilogo
La morte di Mark provocò un cordoglio unanime da parte del pubblico e di molti musicisti che amavano la musica dei Morphine, così difficilmente replicabile. Nei Giardini Del Principe di Palestrina, polmone verde del centro della cittadina laziale, c’è la scalinata Mark J. Sandman così come una piazza a Cambridge, Massachussets porta il suo nome. I compagni di band e la fidanzata Sabine Hrechakian hanno fondato il Mark Sandman Music Project, per promuovere l’educazione musicale dei ragazzi all’interno del sistema scolastico.
Tra i dischi e le raccolte postume vale la pena di segnalare il Bootleg Detroit registrato da un fan tra il pubblico in maniera molto più che decorosa durante il tour di Cure For Pain il 7 marzo 1994, e il doppio CD At Your Service dove troviamo ben 35 tracce mai pubblicate prima tra inediti, versioni alternative e brani dal vivo tra cui una splendida versione di “Buena”, una rutilante “Call Back” e una “Radar” live da urlo. Inoltre, vi segnalo anche il DVD Cure For Pain: The Mark Sandman Story che unisce un documentario che ripercorre la storia anche umana di Sandman ad un CD che ne ripercorre la carriera partendo dall’inizio con i Treat Her Right.
I superstiti non hanno avuto successivamente molta fortuna, sottolineando quanto la vera essenza dei Morphine risiedesse nel suo leader. Se Jerome Deupree era tornato a suonare saltuariamente jazz, Dana Colley e Billy Conway avevano formato i Twinemen (titolo preso in prestito da un fumetto dallo stesso nome ideato da Sandman, i cui protagonisti erano tre gomitoli antropomorfi di spago che formano una band, hanno successo, si sciolgono e poi si riuniscono) con la cantante Laurie Sargent, un progetto facilmente dimenticabile a dire il vero. Colley e Deupree (e saltuariamente Conway) hanno messo su i Vapors Of Morphine nel 2009 insieme al chitarrista blues Jeremy Lyons. Ma la tendinite non ha lasciato scampo a Deupree nemmeno stavolta, costringendolo a fermarsi e venendo sostituito da Tom Arey (Peter Wolf, Ghosts Of Jupiter). Il gruppo è stato creato per portare avanti l’eredità ed il suono dei Morphine, ma senza Sandman risultano essere solo una scialba cover band nonostante la presenza di Colley. A Billy Conway, purtroppo, era stato diagnosticato un cancro all’intestino nell’ottobre 2018. Una recidiva al fegato se lo è portato via il 19 dicembre 2021, un giorno dopo il suo 65° compleanno.
In definitiva, pochi altri gruppi sono stati così incredibilmente innovativi, geniali e importanti come i Morphine. Come è possibile definire il suono di un gruppo che mette da una parte lo strumento principe del rock, la chitarra, e basa il suo suono su un sax baritono ed una sezione ritmica? Il basso a due corde e la voce suadente, profonda ed emozionale di Mark Sandman, il sax di Dana Colley e la batteria di Jerome Deupree e Billy Conway hanno generato un sound unico, una formula stilistica capace di attingere allo stesso tempo dal blues, dal funk, dal jazz, ma senza appartenere a nessuno se non a loro stessi. Tenebroso, affascinante, energico, Mark Sandman è stato senza dubbio una delle figure cardine della musica degli anni 90. E come hanno scritto i suoi compagni di band nelle note a margine di The Night:
“Siamo davvero grati per tutto il tempo che abbiamo potuto condividere con te e per tutta la musica che ci hai lasciato. Ti amiamo Mark. Siamo più vicini a te di quanto non possa sembrare…”
DISCOGRAFIA
Albums:
- Good (1992, Accurate Distortion)
- Cure For Pain (1993, Rykodisc)
- Yes (1995, Rykodisc)
- Like Swimming (1997, DreamWorks Records)
- The Night (1999, DreamWorks Records)
Live Albums:
- Bootleg Detroit (2000, Rykodisc)
- Live At The Warfield 1997 (2017, Run Out Groove – Rykodisc)
Compilations:
- The Best Of Morphine 1992 – 1995 (2003, Rykodisc)
- At Your Service (2009, Rhino Records – Rykodisc)