Nuovo album per Whitney Jonson sotto il nome Matchess.
“Sonescent” è un lavoro che ci fa abbandonare al ricordo e alla meditazione.
Quella Vipassana (che nell’antica lingua indiana pali significa “vedere le cose in profondità, come realmente sono”) è una delle più antiche tecniche di meditazione dell’India. Risale a più di 2500 anni fa, ed è considerata una sorta di metodo universale per sradicare le impurità mentali e a conseguire una totale felicità dovuta dalla piena liberazione. Uno strumento per mutare pellei attraverso l’osservazione di sé stessi senza condizionamenti esterni, focalizzandosi sulla profonda interconnessione tra la mente e il corpo. Non sorprende che siano stati i dieci giorni del Noble Silence (prassi fondamentale della meditazione Vipassana) al Dhamma Vaddhana Meditation Center, vicino a Joshua Tree, ad ispirare un’artista come Whitney Johnson da sempre attratta dalla forza spirituale e dalla ricerca di un mondo alternativo a quello reale, e capace di stimolare con i suoi brani fatti da atmosfere dense, canti spettrali e ritmi sommersi, le regioni più oscure della corteccia cerebrale invitandole ad abbracciare l’inaspettato.
Da più di un decennio la Johnson attraversa la scena musicale underground di Chicago. Nata come musicista classica, è stata attratta presto dal punk e dalla psichedelia, andando a collaborare con moltissime realtà sia rock e psichedeliche (Ryley Walker, Bitchin Bajas, Oozing Wound, Circuit Des Yeux) che sperimentali (Verma, Simulation, Damiana). Ha lavorato con minimalisti come La Monte Young e Marian Zazeela e parallelamente alla musica ha intrapreso un cammino di impegno universitario e sociale che l’ha portata a gestire programmi di alfabetizzazione, lavorare con rifugiati e a prendere un master in politica culturale e un dottorato in sociologia.
Il suo progetto solista Matchess arriva, dopo la trilogia Seraphastra–Somnaphoria–Sacracorpa pubblicata dalla Trouble In Mind dal 2015 al 2018, ad un nuovo lavoro intitolato Sonescent, stavolta pubblicato dalla chicagoana Drag City. Il disco, come detto, è nato mentre la pratica della meditazione portava la Johnson a focalizzarsi sull’ascolto del suono del suo corpo, il respiro, il battito del cuore. Questi suoni, in qualche modo inediti, hanno coinvolto talmente la sua mente da riuscire a trasformarsi in musica, ma la promessa del silenzio durante il periodo di meditazione non gli ha consentito di trasformare subito quelle canzoni in qualcosa di registrato. Il processo di creazione dell’album, quindi, è dovuto passare da uno sforzo di memoria. Una volta terminato il ritiro meditativo la Johnson ha dovuto ricreare le varie partiture per poi ricollocarle in una sorta di spazio silenzioso.
Il disco è composto da due lunghe tracce che vanno ad esplorare il lento navigare della mente all’interno del corpo. Il lento fluire delle tastiere e dei droni di “Almost Gone” porta a stimolare la meditazione dell’ascoltatore che si perde nelle immagini prelevate dall’inconscio. Il suono della viola, che all’inizio sembra distante, quasi impercettibile come se fosse avvolta da una densa bruma, si fa sempre più largo fino ad emergere dallo spazio onirico di synths e onde sinusoidali e riempire lo spazio sonoro, prima di tornare nella nebbia, lasciandoci in balia del sogno e del ricordo. La seconda facciata, appannaggio di “Through The Wall”, ripete quasi le stesse coordinate, ma lo fa aumentando l’intensità del ricordo e della melodia, espandendo la mente verso un universo quasi magico proveniente dalla nostra sensibilità più interiore. La melodia della viola, ora in sottofondo, ora più presente come una risacca sullo scoglio, riesce a far affiorare brandelli di ricordi quasi perduti, stimola la profondità dell’ascolto, coinvolge ed emoziona. E se una parte di suono ci trascina con forza verso il passato. dall’altra ci porta ad abbracciare l’ignoto, in un viaggio di connessione profonda tra corpo e mente.
Whitney Johnson, in questo suo nuovo lavoro a nome Matchess, colpisce profondamente con un disco onirico e bellissimo, in cui sogno e ricordo, mente e corpo si uniscono in un flusso ininterrotto di enorme bellezza rigeneratrice.
TRACKLIST
1. Almost Gone 18:00
2. Through The Wall 17:59