Ottimo ritorno dopo 20 anni per il gruppo tedesco.
Oscillation vede la partecipazione di splendidi e prestigiosi collaboratori, tra cui J Mascis, Werner “Zappi” Diermaier e Chris Brokaw.
A cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 Dirk Dresselhaus con i suoi Hip Young Things e Christopher Uhe con gli Speed Niggs, si destreggiano tra la chitarra ed il microfono, incrociando la loro strada svariate volte sui palchi tedeschi. I due ci mettono poco tempo a capire che le loro affinità musicali sono molteplici fino a decidere di proseguire insieme il loro percorso sotto la ragione sociale di Locust Fudge. Il duo esordisce nel 1993 pubblicando Flush, per poi bissare a stretto giro di posta l’anno successivo con Royal Flush. Poi per entrambi prevale il desiderio di seguire progetti personali e le loro strade, inevitabilmente, si dividono.
Dresselhaus segue la sua passone per l’elettronica che lo porta ad intraprendere una fortunata carriera solista con il moniker di Schneider TM, e parallelamente a trovare un nuovo compagno di avventura in Ilpo Väisänen dei Pan Sonic con cui formerà gli Angel. Uhe, al contrario, centellinerà le proprie apparizioni, collaborando solo sporadicamente con la cantautrice/attrice tedesca Julia Hummer.
Nel corso del 2014, per celebrare la ristampa in vinile dei primi due album, Dresselhaus e Uhe hanno fatto un piccolo tour insieme al batterista Chikara Aoshima, presentando brani vecchi ed alcune tracce nuove scritte per l’occasione. Evidentemente il risultato è stato più che buono se i tre hanno preso la decisione di tornare in sala di incisione per la prima volta dopo vent’anni, rispolverando la sigla Locust Fudge. Per dare ancora più risalto alla reunion sono stati invitati a collaborare molti musicisti di prestigio, tra cui J Mascis dei Dinosaur Jr, Chris Brokaw (Codeine, Come e Dirtmusic), Werner “Zappi” Diermaier (Faust), e i sassofonisti Lucio Capece e Ulrich Krieger.
Nell’assemblare Oscillation i due titolari della sigla, da buoni fratelli, si sono spartiti la scrittura della 10 tracce (5 a testa) nonché il ruolo da cantante/chitarrista, prendendo a piene mani da un certo (classico) rock alternativo anni ’90 e strizzando l’occhio in particolare a Neil Young e ai conterranei The Notwist, due artisti che erano già stati oggetto di cover nel primo album della band.
Questo approccio tedesco-americano al rock convince già dalla prima sorprendente traccia dell’album. La lunga “Light & Grace” parte a cannone come uno dei brani più movimentati dei Notwist, ma che ha dalla sua parte un propellente speciale chiamato J Mascis. L’albino lungocrinito con la sua chitarra riesce a mandare il brano in orbita verso un finale siderale, tirato, allungatissimo, che si sgretola su un asteroide pieno di frequenze elettroniche. Chris Brokaw con i Codeine è sempre stato il maestro dei ritmi rallentati, sia dietro i tamburi che alla sei corde. Anche qui svolge perfettamente il suo compito collaborando alla cadenza felpata e notturna di “Come On In”, una cartolina che sembra spedita direttamente da una crepuscolare Hoboken. E se “Hormones” è una bella ballata sixties presa per mano dal piano di Uhe, “No Defense” è semplicemente uno dei vertici dell’album. Una canzone che parte seguendo i cliché del genere, ma che dopo un paio di minuti aziona uno scambio che consente alla variabile impazzita del disco, Ulrich Krieger, di mettere in moto il suo sax urticante doppiato dal clarinetto dell’argentino di stanza in Germania Lucio Capece, prima di far rientrate il tutto sui binari consueti come se nulla fosse. “Relativity Check” è forse uno dei brani più deboli del disco (stranamente scelta come singolo), una sorta di ballata piatta con i cori del ritornello che i cori del ritornello che hanno la sinistra caratteristica di ricordare gli Smashing Pumpkins più sciatti ed inutili.
La seconda facciata si apre con due classiche cavalcate elettriche. La prima (“Relativity Check”) viene sporcata dalle interferenze elettroniche di Dresselhaus, la seconda (“Something’s Wrong”) ha come valore aggiunto le percussioni metalliche di Werner “Zappi” Diermaier e di nuovo lo splendido sax di Krieger. In mezzo c’è spazio per una ballata acustica da jazz club fumoso (“Mine Be Thy Love”) resa ancora più delicata dal piano di Michael Mühlhaus, e dal flauto di Angela Chambers. E se “We Shall Be Released” presenta ancora un ritmo incalzante alla Dinosaur Jr accentuato di nuovo dalle percussioni di “Zappi”, “Do Not Go Gentle” rallenta di nuovo i ritmi sotto forma di ballata country acustica condotta da un ispirato Uhe. A chiudere i giochi arriva la title track, ispirata in maniera evidente al Neil Young più elettrico, con Dresselhaus alla voce, chitarra e armonica abile a condurre una versione aggiornata dei Crazy Horse impreziositi da sax, flauto e tromba.
Questa inaspettata ma convincente riunione dopo due decadi non è sicuramente una dirompente bomba capace di scardinare gli stereotipi del rock, ma in alcune tracce (“Light & Grace” e “No Defense” su tutte) i tre si prendono la loro piccola dose di rischi facendo muovere cuore e cervello con alcuni deragliamenti sonori tanto inaspettati quanto entusiasmanti. A trovarne di reunion con questa passione e forza espressiva.
TRACKLIST
1. Light & Grace 11:30
2. Come On In 4:23
3. Hormones 3:41
4. No Defense 5:59
5. Relativity Check 3:36
6. Mine Be Thy Love 2:54
7. Something’s Wrong 6:39
8. We Shall Be Released 3:42
9. Do Not Go Gentle 2:27
10. Oscillation 5:57