Un piccolo spazio per riscoprire grandi cose
I June Of 44 sono senza dubbio tra le migliori bandpost-rock americane, ma vanno riscoperti anche i misconosciuti Rodan
In questi giorni dove non ci muoviamo da casa se non per le necessità imprescindibili e in cui si alternano preoccupazione e speranza per questo nemico silenzioso che sembra essere ovunque intorno a noi, abbiamo però una grande opportunità. Sono giorni difficili, e speriamo irripetibili, ma che proprio per questo in qualche modo non vanno sprecati. Abbiamo l’opportunità di poterci riprendere in parte quel tempo che spesso ci è stato negato dai ritmi nevrotici della nostra quotidianità. In particolare abbiamo anche la possibilità di riscoprire e riascoltare meraviglie che da tempo non accarezzano i nostri padiglioni auricolari. Non possiamo prevedere quanto durerà questa situazione, per quanto tempo saremo costretti ad agire prevalentemente all’interno delle mura domestiche. La speranza che questi giorni possano essere il meno possibile mi ha convinto a mettere gli episodi di questa nuova rubrica chiamata Music Room in una semplice doppia cifra. Giornalmente su queste pagine ci sarà un’artista, un gruppo, una canzone, un’emozione da riscoprire, per combattere la noia e la paura con la bellezza. Cerchiamo di agire in maniera consapevole, restiamo a casa.
#andràtuttobene
Come detto nel precedente episodio di Music Room, negli anni ’90 i due poli del post rock a stelle e strisce erano senza dubbio Chicago e Louisville. In particolare, nel suono dei gruppi che venivano dalla cittadina del Kentucky era preponderante la ritmica spigolosa dei Can o la spinta motoristica dei Neu!. La scena era estremamente vitale e comprendeva svariate collaborazioni tra musicisti, che portarono alla creazione di diversi side projects. Molti degli album registrati in quel periodo non ebbero all’epoca la meritata dimensione mediatica solo per la quasi contemporanea esplosione del movimento grunge che, almeno a livello mainstream, ne oscurò la visibilità. Fortunatamente il tempo si è rivelato galantuomo e con il passare degli anni ha reso giustizia a gruppi come i Rodan.
I Rodan erano formati da Jeff Mueller (chitarra/voce), Jason Noble (chitarra/voce), Tara Jane O’Neil (basso/voce) e Kevin Coultas (batteria). Il loro unico album, Rusty è una delle pietre miliari del post rock statunitense, con l’evocativa alternanza di melodie lente e strappi violenti. Nel 2013, 19 anni dopo Rusty, i Rodan sono riemersi dall’oblio con la pubblicazione di una splendida compilation intitolata Fifteen Quiet Years. L’album comprende alcune tracce inserite all’epoca solo in raccolte varie e delle splendide registrazioni fatte per le famose BBC Sessions del leggendario John Peel. I brani registrati per lo storico e compianto speaker radiofonico britannico sono uno specchio fedele del suono della band, mostrando spesso la loro capacità di sviluppare un perfetto equilibrio tra paesaggi ammalianti e tempeste travolgenti.
Purtroppo la band si sciolse subito, ma nel 1996 Jason Noble and Jeff Mueller, iniziarono a suonare insieme per un programma della National Public Radio chiamato This American Life. I due si trovarono talmente bene a suonare insieme, da formare gli Shipping News accogliendo accanto a loro il batterista Kyle Crabtree e il bassista Todd Cook (ex For Carnation). Il secondo album della band, Very Soon, and in Pleasant Company, uscì nel 2001. La band è ridotta a trio comprendente Noble, Mueller e Crabtree, ed il disco è uno splendido alternarsi tra le nervose accelerazioni dei June of 44 ed il mondo più pacato e classico dei Rachel’s (altra band di Jason B. Noble). Purtroppo nel 2009 a Noble è stato diagnosticato un raro cancro degenerativo che lo ha portato al decesso tre anni dopo a soli 40 anni.
Parallelamente agli Shipping News, Jeff Mueller aveva iniziato anche il suo percorso con i June Of 44, band formata nel 1994 insieme a Doug Scharin alla batteria (ex Codeine), Fred Erskine al basso e tromba (dagli Hoover) e Sean Meadows (dai Lungfish) alla chitarra. Hanno esordito con un album (Engine Takes To The Water) che ereditava dai Rodan l’amore per il rock disarticolato e sperimentale, mentre prendeva dagli Hoover gli spunti hardcore e i rigurgiti di improvvisazione. L’EP The Anatomy Of Sharks, uscito a breve distanza dal secondo Tropics And Meridians, contiene tre pezzi registrati nelle stesse sedute di quell’album, e sono tra i migliori in assoluto della loro produzione. I brani mostrano il meglio della band, gli spunti vocali densi di teatralità di Jeff Mueller, le continue stasi e accelerazioni, sperimentalismi dissonanti, dilatazioni sospensive, cambi di ritmo e una persistente tensione drammatica come dimostra la splendida “Seemingly Endless Steamer” che potete ascoltare qui sotto. Una band da riscoprire assolutamente.