Alla fine degli anni ’60 due adolescenti, Thomas Miller e Richard Lester Meyers, si incontrano alla Sanford School di Hockessin, Delaware, diventando presto ottimi amici e condividendo la passione per la poesia e la musica. Nei primi anni ’70 si trasferiscono a New York, cambiano il loro nome in Tom Verlaine e Richard Hell, e formano una band proto-punk chiamata Neon Boys insieme al batterista Billy Ficca. Il gruppo rimane insieme solo un anno, dal 1972 alla fine del 1973, registrando un solo 7″ che comprendeva “That’s All I Know (Right Now)” e “Love Comes in Spurts”, singolo che verrà pubblicato solo nel 1980. Chiusa l’avventura Neon Boys i tre non si perdono d’animo, accolgono in formazione il secondo chitarrista Richard Lloyd, e cambiano il nome della ragione sociale in Televison. Dopo aver esordito on stage il 2 marzo 1974 al Townhouse Theatre, la band riesce a convincere Hilly Kristal, il proprietario di un locale chiamato CBGB, di farli suonare nella di solito spenta serata domenicale. Così facendo diedero involontariamente l’avvio alla scena punk di New York. Il CBGB era un rock club situato nel Lower East Side di Manhattan. Anche se l’obiettivo iniziale di Kristal era quello di dar vita ad un locale dedicato a musica country, blues e bluegrass (come dal nome), diventò universalmente famoso come punto di riferimento e luogo di nascita del punk statunitense e in particolare di quello newyorkese. Dopo Television, Blondie, Patti Smith e Ramones, in rapida successione nell’arco di breve tempo suonarono nel locale anche Dead Boys, Mink DeVille, Talking Heads, The Heartbreakers, The Fleshtones e altri. Il CBGB ha chiuso il 30 settembre 2006 a causa di una lunga battaglia legale con i proprietari dell’immobile. Attualmente all’ex CBGB è presente un negozio d’abbigliamento (John Varvatos) e una parte delle pareti con i poster originali è rimasta intatta.
Nonostante i Television fossero i primi a lanciare l’intera scena, paradossalmente furono gli ultimi a pubblicare il loro album di esordio. Richard Hell lasciò la band per fondare gli Heartbreakers con Johnny Thunder, e al suo posto subentrò Fred Smith, proveniente dai Blondie. Con lui venne inciso un singolo autoprodotto, “Little Johnny Jewel” (edito dall’etichetta indipendente Ork), che venne ben accolto nell’ambiente e dalla critica e suscitò l’interesse delle major e di un certo Brian Eno. Nel 1976 i Television firmarono finalmente un contratto con l’Elektra Records e poterono cominciare le registrazioni del primo album. Come detto, furono paradossalmente gli ultimi della fiorente scena newyorkese a far uscire un album, “Horses” di Patti Smith venne pubblicato nel 1975, seguito a ruota un anno dopo dall’esordio dei Blondie e dei Ramones.
Finalmente, l’8 febbraio 1977, i Television pubblicano ‘Marquee Moon’, e valeva la pena aspettare così a lungo per un simile capolavoro. L’album sfoggia in copertina una foto di Robert Mapplethorpe (come la copertina di ‘Horses’ di Patti Smith), e anche se non ebbe immediatamente una reazione entusiastica, Nick Kent scrisse così sulle pagine di NME: “a 24-carat inspired work of pure genius, a record finely in tune and sublimely arranged with a whole new slant on dynamics.”
A 40 anni di distanza possiamo dire che ‘Marquee Moon’ ha raggiunto un incredibile quanto singolare conquista, quella di trascendere l’etichetta “punk” e di suonare ancora fresco e attuale. Un vero classico dall’inizio alla fine. Il disco è allo stesso tempo una rivisitazione della psichedelia dei ’60, ma messa in pratica in era punk, reinventandosi e facendo diventare i Television di fatto i padri fondatori della nascente new wave.
Già dall’iniziale “See No Evil” iniziano i duelli tra le nervose sei corde di Verlaine e Lloyd, mentre i lunghi assoli di chitarra del leader della band, lancinanti ed ossessivi, ricchi di tremoli e di feedback, lo consacrano tra i chitarristi più innovativi di sempre. Proprio in un momento storico che metteva al bando gli assoli di chitarra, il fulcro del disco, i quasi 11 minuti della title track, vengono condotti dagli start & stop di Verlaine e Lloyd e da un incredibile, esplorativo, lancinante, tortuoso e sfibrante assolo (il famoso “urlo di mille uccelli” celebrato da Patti Smith, anni luce lontano dal minimalismo cazzaro dei Ramones o dal pop ironico dei Blondie.
La band in realtà nonostante la grande attività on stage e l’uscita del disco non ebbe grande successo in patria in quanto, come ha scritto John Rockwell di Rolling Stone: “I Television erano troppo stridenti e anacronistici (quasi dei Byrds a nervi scoperti) per avere successo”. Al contrario, il sound del gruppo ebbe un grande seguito soprattutto in Inghilterra, influenzando il passaggio alle forme più desolate della new wave di Joy Division, Echo & The Bunnymen, Cure, Siouxsie and The Banshees, e altri.
Il loro rock inquieto e psichedelico ha segnato con la sua nevrotica desolazione urbana una nuova era, e ‘Marquee Moon’ è un album che non deve mancare negli scaffali di ogni rock addicted che si rispetti.