Timeline del 25 Settembre
Timeline è un viaggio a ritroso nel tempo per rivivere cosa è accaduto oggi nella storia della musica
Ogni giorno ha una storia da raccontare: un compleanno, una scomparsa prematura o dolorosa, un aneddoto divertente, la pubblicazione di un disco. Timeline vi racconta quotidianamente (o quasi) tutti i retroscena della storia del rock.
1943
Nasce a Los Angeles, John Locke, tastierista degli Spirit. Negli anni ’80 ha fatto parte dei Nazareth. Locke è morto di cancro il 4 agosto 2006 a Ojai, California a 62 anni.
1946
Nasce a San Diego, California, Jerry “The Bear” Penrod, bassista degli Iron Butterfly. Gli Iron Butterfly si formarono a San Diego nel 1965. Della formazione facevano parte oltre a Jerry Penrod, il tastierista Doug Ingle, il batterista Ron Bushy, il chitarrista Danny Weis e il cantante Darryl DeLoach. Tuttavia gran parte dei membri del gruppo (eccetto Bushy e Ingle) abbandonò la band nel 1967, alla fine delle registrazioni dell’album Heavy, che sarebbe stato pubblicato nel 1968 (riscuotendo comunque ottime recensioni da parte della critica) quando avevano già fatto il loro ingresso nella band il bassista Lee Dorman e il chitarrista Erik Brann, allora diciassettenne, molto più giovane rispetto agli altri membri del gruppo. Dopo aver lasciato gli Iron Butterfly, il bassista fece parte dal 1967 al 1969 dei Rhinoceros, band messa sotto contratto dalla Elektra che non ebbe mai un grande successo.
1946
Nasce a Los Angeles, California, Bryan MacLean (al centro nella foto), chitarrista, autore e cantante dei Love. Il gruppo fu importante non solo perché è stato uno dei primi gruppi multirazziali negli Stati Uniti, ma per il visionario e riuscito mix di psichedelia e suggestioni beat dove si va ad innestare una fantastica componente orchestrale che al posto di appesantire il suono lo va a dirigere magistralmente verso il cielo. Già nel novembre 1966 avevano trovato la quadratura del cerchio con un album splendido intitolato Da Capo, ma un anno dopo, se possibile, il gruppo a perfezionarsi alzano l’asticella ancora più in alto con il meraviglioso Forever Changes, uno dei dischi più memorabili di quella indimenticabile stagione.
Eppure per MacLean, Arthur Lee e compagni la registrazione del disco era stata tutto fuorché tranquilla. Il produttore Bruce Botnick infatti aveva trovato una band a pezzi, squassata dalle droghe e dall’alcool, tanto da dover “affittare” un paio di turnisti per le sessioni in studio. Nonostante questo l’album, registrato in quattro lunghi mesi, è un miracolo di equilibrio e di melodie affascinanti, senza punti deboli.
La convivenza tra MacLean e Lee fu sempre abbastanza travagliata. Anche se erano stati loro due a formare il primo nucleo dei Love, MacLean non accettò mai del tutto il fatto che Lee piano piano aumentasse la leadership del gruppo e aumentasse il numero delle canzoni scritte da lui. In ogni caso la sua “Alone Again Or” fu scelta per aprire il loro capolavoro Forever Changes e come unico singolo tratto dall’album. Dopo lo scioglimento dei Love i suoi demo come solista furono scartati dal boss della Elektra e MacLean entrò in una crisi personale da cui uscì con una conversione al cristianesimo. Dopo alcuni tentativi di reunion dei Love, demo scritti per la sorellastra Maria McKee (cantante dei Lone Justice) e album di musica cristiana, MacLean morì improvvisamente di infarto a 52 anni in un ristorante il giorno di Natale del 1998.
1949
Nasce a Grand Rapids, Michigan, Steve Mackay, sassofonista (sassofono tenore), noto ai più per aver suonato nel secondo album del gruppo proto-punk The Stooges, intitolato Fun House. Il suo stile distintivo e potente spazia dal rock all’approccio free jazz sperimentale di Ornette Coleman e Albert Ayler. Questo mix stilistico era fuori dal comune al tempo. Il suono del sassofono di Mackay del periodo Stooges, creerà innegabilmente un precedente ai musicisti jazz dei primi anni ottanta, come John Zorn. Mackay andrà in tournée con gli Stooges nel 1970 e nel 1971. Nei seguenti dieci anni suonerà con una serie di musicisti underground molto nutrito, tra i quali Violent Femmes, Snakefinger, Zu, Andre Williams, The Moonlighters e molti altri fino alla fine degli anni ottanta. Mackay è morto il 10 ottobre 2015 a causa di una sepsi a Daly City, California. Aveva 66 anni.
1971
I Deep Purple arrivano in vetta alla classifica britannica degli album con il loro sesto album in studio: Fireball. E’ stato il loro secondo album con la formazione “classica”. La versione originale uscita in GB presentava “Demon’s Eye” come terza traccia, ma non includeva “Strange Kind of Woman”, che invece venne pubblicata come singolo. Nelle versioni americane e giapponesi invece le due canzoni erano state pubblicate all’opposto. “Strange Kind of Woman” arrivò al N°8 in Gran Bretagna, ed è tuttora una della canzoni suonate dal vivo. “Fireball”, la title track, venne pubblicata successivamente come singolo non andando oltre la posizione N°15 in GB.
1972
I Black Sabbath pubblicano il loro quarto album in studio intitolato semplicemente Vol.4. Inizialmente, il titolo del disco doveva essere Snowblind ma il gruppo fu costretto dalla loro casa discografica a cambiarlo per il suo riferimento alla cocaina (“snow” significa neve, una parola metaforica per indicare questa droga). Si optò quindi per il titolo Vol.4, inteso come il loro quarto disco registrato in studio. A partire da questo album, il sound dei Black Sabbath subisce varie trasformazioni, incorporando elementi progressive rock, genere ammirato dal chitarrista Tony Iommi (che per un certo periodo suonò nei Jethro Tull). Tuttavia il sound dei Black Sabbath rimane pressoché lo stesso e il sound doom è ancora avvertibile in brani come “Cornucopia” e “Under the Sun”.
Tra le hit dell’album c’è “Changes”, una ballad in cui Osbourne canta accompagnato solo da pianoforte e mellotron, che presenta un testo insolito per lo stile del gruppo, dato che parla di una relazione amorosa conclusa. Altro brano piuttosto noto è anche il già citato “Snowblind”, uno dei più discussi della loro carriera. La versione precedente di quella contenuta nel disco venne cancellata perché il testo ripeteva parecchie volte la parola “cocaine”, anche se in quella postuma, se ascoltata attentamente, Ozzy la pronuncia in modo sussurrato almeno una volta dopo la prima strofa.
Il processo di registrazione fu alquanto travagliato, a causa delle grandi quantità di sostanze stupefacenti consumate dai membri del gruppo. All’epoca, la band si faceva regolarmente recapitare in studio dei grossi scatoloni pieni di cocaina, nascosti all’interno di custodie d’amplificatore. Le sessioni di Vol. 4 possono essere intese sia come il vertice massimo che come l’inizio della fine della formazione classica dei Black Sabbath. Nella sua autobiografia Io sono Ozzy, il cantante Ozzy Osbourne raccontò l’atmosfera drogata che avvolse le sedute in studio dell’epoca, scrivendo: “Nonostante tutte le stronzate intorno, musicalmente quelle settimane a Bel Air furono le più forti in assoluto che avessi mai avuto”, ma aggiunse anche: “in seguito iniziai a chiedermi da dove arrivasse tutta quella coca… era la più bianca, pura, e forte roba che avessi mai immaginato. Una sniffata, e diventavi il re dell’universo”.
Inoltre Osbourne descrive la crescente paranoia da parte dei membri della band di essere “beccati” dalla polizia. La copertina dell’album mostra una fotografia monocromatica di Ozzy con le braccia alzate, ripreso durante un concerto dei Black Sabbath. La prima stampa originale del vinile (su etichetta Vertigo in Gran Bretagna, su Warner Bros. negli Stati Uniti e sulla Nippon Phonogram in Giappone) ha la copertina apribile con una pagina dedicata alla foto di ogni membro della band, e un’immagine centrale del gruppo ripreso di spalle sul palco durante un’esibizione alla Birmingham Town Hall.
1980
John Bonham (foto di copertina) , il batterista dei Led Zeppelin, si reca più ubriaco del solito, nella villa di Jimmy Page a Windsor per le prove della band, durante le quali continua a bere. Essendo troppo alterato per continuare a suonare, viene trasportato in una stanza e lasciato li a dormire. Benji LeFevre (che aveva rimpiazzato Richard Cole come manager del tour dei Led Zeppelin) e John Paul Jones lo ritrovano morto la mattina successiva, soffocato dal suo stesso vomito. Aveva solo 32 anni.
È considerato uno dei più grandi e influenti batteristi della storia della musica rock. Il suo stile, basato su un’alchimia di estro e aggressività, creatività e tecnica, ha contribuito a innovare e stravolgere completamente il modo di concepire la batteria e le percussioni nella musica contemporanea. I nove album che compongono la discografia dei Led Zeppelin, caratterizzati dalle architetture percussionistiche di Bonham, costituiscono tuttora una delle basi su cui si fonda la batteria nel rock, nell’hard rock e nell’heavy metal. Nel 2011, a seguito di un sondaggio condotto tra i lettori, Rolling Stone Magazine lo ha collocato al primo posto nella classifica Best drummers of all time.
1990
Il batterista Dave Grohl fa le audizioni per diventare un membro dei Nirvana. L’ex drummer degli Scream impressiona talmente tanto gli altri musicisti da prendere immediatamente il posto dietro ai tamburi.
2000
Ozzy Osbourne richiede ufficialmente che i Black Sabbath vengano rimossi dalle nominations per entrare nella Rock and Roll Hall of Fame. Il cantante ha dichiarato che l’inclusione sarebbe “priva di senso”. “Diciamo le cose come stanno, i Black Sabbath non sono mai stati una band amata dai media. Noi siamo una band della gente, e questo basta a farci sentire importanti.”