1944
Nasce a Tipton, Missouri, Harold Eugene “Gene” Clark, cantante, cantautore e membro fondatore dei The Byrds. Clark contribuì in maniera determinante al successo dei Byrds scrivendo alcune delle canzoni più memorabili come “I’ll Feel a Whole Lot Better”, “Here Without You”, “She Don’t Care About Time”, “Eight Miles High“. Nel gruppo oltre a cantare suonava l’armonica ed il tamburello. Era l’anima poetica, schivo, non molto appariscente. Per scelta della produzione i singoli e le cover di Dylan dovevano essere cantate da McGuinn. Questo motivo, le rivalità interne tra i membri della band e la sua paura di volare lo portarono a separarsi dal gruppo nel 1966. Dopo una breve collaborazione con i Flying Burrito Brothers nel 1971 pubblicò il primo disco totalmente autografo: White Light, che uscì con solo il suo nome in copertina. Morì per le complicazioni di un’ulcera il 24 maggio 1991 a soli 46 anni.
1946
Nasce a Birmingham, Martin Barre. È stato il chitarrista dei Jethro Tull dal 1969 sino allo scioglimento della band, avvenuto nel 2011. Compare in tutti gli album del gruppo escluso il primo, This Was. Il suo assolo in “Aqualung” (dall’omonimo album del 1971) è stato votato dai lettori della rivista musicale Guitar Player come uno dei migliori assoli rock per chitarra di tutti i tempi.
1966
The Beach Boys arrivano in vetta alle classifiche britanniche dei singoli per la prima volta con “Good Vibrations”. Nel 1995 Wilson raccontò la genesi del titolo “Good Vibrations” nella sua autobiografia intitolata I Just Wasn’t Made for These Times: da bambino, sua madre gli raccontava che i cani possono percepire le “vibrazioni” degli esseri umani, quindi un cane abbaia se avverte che sono “cattive vibrazioni” quelle emanate da chi gli sta vicino. Wilson traspose il concetto nell’idea generale delle vibrazioni emotive (e Mike Love suggerì la parola “good” davanti a “vibrations”), sviluppando il concetto che le persone possano emotivamente reagire alla stessa maniera degli animali attraverso le emozioni. Il brano fu pubblicato come singolo indipendente, e soltanto l’anno seguente inserito nell’album Smiley Smile.
1966
Nasce a Orange, California, Jeffrey Scott “Jeff” Buckley (foto di copertina), cantante e cantautore. Figlio del grandissimo songwriter Tim Buckley, pubblicò il suo unico album, Grace, nel 1995. Oltre a 7 pezzi inediti, l’album includeva 3 cover: “Lilac Wine”, basata sulla versione di Nina Simone, “Corpus Christi Carol” di Benjamin Britten, e “Hallelujah” di Leonard Cohen, che gli portò il successo per via dell’ “eccellente interpretazione”, come la definì il TIME e inclusa da Rolling Stone nella lista “500 Greatest Songs of All Time”. I pareri dei critici furono entusiasti. Divenne disco d’oro in Francia e in Australia e successivamente disco d’oro negli Stati Uniti. Oltre che ancora disco di platino per sei volte in Australia nel 2006. Grace ottenne, anche, apprezzamenti da musicisti celebri, tra cui Jimmy Page, che definì Grace: “Il mio disco preferito del decennio” e Robert Plant che si espresse in modo analogo. Altri commenti giunsero da Bob Dylan, che definì Buckley “Uno dei più grandi compositori del decennio” e da David Bowie che, in un’intervista per Village Voice, definì Grace come uno dei dieci dischi che avrebbe voluto portare con sé su un’isola deserta. La sera del 29 maggio 1997 all’età di trent’anni, mentre, a bordo di un furgone guidato dal suo roadie Keith Foti, si stava dirigendo presso gli studi di registrazione, passando lungo le rive del Wolf River, un affluente del Mississippi, chiese all’autista di fermarsi, avendo voglia di fare un bagno. Già in precedenza aveva nuotato in quelle acque, quindi si immerse nel fiume tenendo, però, addosso i vestiti e gli stivali, arrivando fino ai piloni del ponte dell’autostrada, nello stesso momento in cui stava transitando un battello che probabilmente creò un gorgo che lo risucchiò. Il cantante scomparve dalla vista di Foti, che chiamò la polizia che, pur avendo ordinato un dragaggio della zona, non trovò nulla. Il corpo fu trovato solo il mattino del 4 giugno, avvistato da un passeggero del traghetto American Queen, impigliato tra i rami di un albero sotto il ponte di Beale Street, la via più importante di Memphis. Gene Bowen (tour manager di Buckley) riconobbe il corpo dal piercing all’ombelico e dalla maglietta indossata. L’autopsia non rilevò tracce di alcol etilico o di droghe, ed il caso venne archiviato come incidente.
1973
Il doppio concept album degli Who intitolato Quadrophenia entra in classifica direttamente al N°2 in Gran Bretagna. Registrato fra il mese di maggio del 1972 ed il giugno del 1973, agli Olympic Studios e Ramport Studios di Londra, l’album è un’opera rock (la seconda scritta da Townshend dopo Tommy nel 1969) ambientata a Londra e a Brighton nel 1965 e che narra, in uno spaccato della società inglese degli anni sessanta, le vicissitudini di Jimmy, un giovane mod che perde tutte le sue certezze sulla vita e viene deluso dal movimento al quale prende parte. Il titolo è una variazione lessicale del termine schizofrenia utilizzato nell’accezione di disturbo dissociativo dell’identità, in modo da riflettere le quattro distinte personalità (o sbalzi d’umore) di Jimmy, il protagonista del concept. Allo stesso tempo, il titolo rappresenta la personalità di ciascun membro degli Who. Nel 1979, a seguito dell’uscita dell’omonimo film (che vede come attori Phil Daniels, Toyah Willcox, Ray Winstone, Michael Elphick e Sting) venne pubblicata la colonna sonora che contiene dieci dei diciassette brani del disco originale, con l’aggiunta di tre canzoni degli Who non comprese nell’album del 1973: “Four Faces”, “Get Out and Stay Out” e “Joker James”. Il 15 novembre 2011, da un’idea di Pete Townshend, che ha definito Quadrophenia“l’ultimo grande album degli Who”, è stata pubblicata l’edizione Quadrophenia: The Director’s Cut, contenente i brani dell’edizione originale ed i loro demo.
1979
John Glascock, bassista dei Jethro Tull, muore a soli 28 anni a causa di una malattia cardiaca genetica. Glascock entrò nella band di Ian Anderson nel 1975 al posto di Jeffrey Hammond, il quale aveva abbandonato per dedicarsi alla pittura. Le prime serie avvisaglie dei suoi problemi cardiaci sorsero durante il tour europeo di Heavy Horses, nel 1978, e fu così momentaneamente sostituito dal bassista Tony Williams per l’imminente tour che seguiva l’uscita dell’album. Si scoprì che un’infezione ad un dente aveva colpito il cuore, danneggiando una valvola già debole, condizione ereditata alla nascita dal padre. Fu necessario un intervento per rimpiazzare la valvola danneggiata ma Glascock non si riprese mai completamente. Anzi, le condizioni peggiorarono notevolmente durante le registrazioni dell’album Stormwatch (nel quale è presente in solo tre tracce; nelle altre è lo stesso Anderson a suonare) e questo causò il suo definitivo abbandono. Fu rimpiazzato da Dave Pegg prima della morte avvenuta a causa del rigetto della nuova valvola. Caratterizzato dalla sua voce melodica, fortemente ispirata da Paul McCartney, e dal suo basso imponente e vigoroso, John inizia la sua carriera prestissimo: a soli 11 anni entra nei The Juniors, un quintetto che comprendeva anche il futuro Rolling Stones Mick Taylor, con cui pubblica un singolo e aprirà un festival al Wembley Stadium. Dopodiché suonò nei The Gods, Head Machine, Toe Fat (tutti con i futuri Uriah Heep Lee Kerslake e Ken Hensley), Chicken Shack e Carmen, dove era anche voce solista.
1990
David Crosby viene ricoverato in ospedale dopo aver avuto un incidente con la sua Harley Davidson, ed essersi procurato la frattura di una gamba, di una spalla e di una caviglia.
1995
Alan Hull, cantante, autore e membro fondatore della folk rock band inglese Lindisfarne, muore a 50 anni per un arresto cardiaco. Nati a Newcastle alla fine degli anni sessanta i Lindisfarne (dal nome di una piccola isola del Northumberland) hanno proposto per tutti gli anni settanta e ottanta una musica country folk elettrica di buon successo soprattutto in Inghilterra. I primi due dischi della band, Nicely Out Of Tune e Fog On The Tyne, pubblicati dalla Charisma di Tony Stratton-Smith, avevano proiettato la band (oltre a Hull, nella formazione originaria, c’erano Ray Jackson, Rod Clements e Simone Cowe alle chitarre, Ray Laidlaw alla batteria) verso il successo, grazie ad alcuni brani famosi come “Meet me on the corner” e ”Lady Eleanor” che nel 1972 arrivò al N°2 nella classifica britannica dei singoli.