- 1938 – Nasce a Henderson, North Carolina, Benjamin Earl Nelson, conosciuto come Ben E. King, cantante soul e R&B con i The Drifters, con cui arrivò nel 1960 al N°1 in USA e al N°2 in GB con il singolo “Save The Last Dance For Me”. Il suo nome è associato soprattutto alla canzone “Stand By Me”, singolo di successo nel 1961 e di nuovo nel 1986, quando fu la colonna sonora del film Stand by Me – Ricordo di un’estate, tratto da un romanzo di Stephen King. Ben E. King è morto il 30 aprile 2015 all’Hackensack University Medical Center, dove era ricoverato per una sofferenza cardiaca. Aveva 76 anni.
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- 1965 – The Rolling Stones salgono sul palco per la prima di due date consecutive al Capitol Theatre, Cardiff, Galles. Durante gli anni ’60 tutte le migliori band dell’epoca hanno suonato al Capitol Theatre, compresi Beatles e The Kinks.
- 1968 – The Beatles arrivano in vetta alla classifica americana di singoli con ‘Hey Jude’, ci resteranno per nove settimane. La canzone, scritta da McCartney per confortare Julian, il figlio di Lennon, nel momento del divorzio tra il padre e Cynthia Powell, diede alla band il loro 16° N°1 negli States e fu il singolo più venduto di tutto il 1968. Nel 1996, Julian ha speso £25.000 ad un’asta per avere le note scritte durante la registrazione della canzone.
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- 1974 – I Bad Company arrivano in cima alla classifica americana con il loro album di esordio autointitolato. Il gruppo era formato da Paul Rodgers e Simon Kirke appena usciti dai Free, mentre Mick Ralphs aveva suonato la chitarra nei Mott The Hoople e Boz Burrell era stato il bassista dei King Crimson. Il gruppo ha pubblicato sei album prima di sciogliersi nel 1983.
- 1976 – Stevie Wonder pubblica il suo diciottesimo album in studio, ‘Songs in the Key of Life’, un ambizioso doppio LP con l’aggiunta di un EP bonus di quattro canzoni. Il disco raggiunse la prima posizione nella classifica Billboard 200 per 14 settimane negli Stati Uniti, la seconda nel Regno Unito. Nel 2005, l’album venne inserito alla posizione numero 57 nella lista dei migliori 500 album di sempre redatta dalla rivista Rolling Stone. Nello stesso anno venne inserito nel National Recording Registry dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America, che lo definì “culturalmente, storicamente, ed esteticamente significativo”. Un totale di 130 persone lavorarono all’album, ma la predominanza di Wonder nell’opera risulta evidente. Tra le molte persone presenti in studio durante le sessioni, ci furono nomi leggendari del R&B, del soul e del jazz. Herbie Hancock suonò in “As”, George Benson suonò la chitarra elettrica in “Another Star”. Con il passare degli anni, l’album divenne uno standard, ed è oggi considerato il capolavoro di Wonder e il suo album più rappresentativo. «Di tutti i miei dischi», disse alla rivista Q (aprile 1995), «Songs in the Key of Life è quello del quale sono più soddisfatto». Recentemente per festeggiare il 40°anniversario dall’uscita del disco, l’artista nel suo Tour del 2016 ha riproposto tutto l’album sul palco.
- 1985 – Kate Bush arriva per la seconda volta in vetta alla classifica britannica degli album con ‘Hounds Of Love’. Tra i brani che fanno parte dell’album ci sono “Running Up That Hill”, “Cloudbusting”, “Hounds of Love” e “The Big Sky”.
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- 1991 – Il compositore e trombettista Miles Davis muore all’età di 65 anni a Santa Monica, in California, poco dopo il suo ultimo concerto all’Hollywood Bowl. Fatale fu un attacco di polmonite, a cui le complicazioni dovute al diabete fecero seguire due colpi apoplettici. Ricoverato all’ospedale dopo il primo attacco, Miles si svegliò mentre i medici gli dicevano che avrebbero dovuto intubarlo. Egli si mise ad inveire contro di loro, intimandogli di lasciarlo stare. Il secondo attacco, che sopravvenne in quel momento, lo uccise. Davis è stato un vero innovatore e genio musicale. Dotato di uno stile inconfondibile ed una incomparabile gamma espressiva, per quasi trent’anni Miles Davis è stato una figura chiave del jazz e della musica popolare del 20° secolo in generale. Dopo aver preso parte alla rivoluzione bebop, egli fu ideatore di numerosi stili jazz, fra cui il cool jazz, l’hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico. Una conferma della sua poliedrica personalità artistica fu la sua (postuma) ammissione, nel marzo 2006, alla Rock and Roll Hall of Fame; un ulteriore riconoscimento di un talento che influenzò non solo il jazz, ma tutti i generi di musica popolare.
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