Nel 1986 iniziò la carriera di un gruppo proveniente da Oklahoma City destinato ad avere un gran successo tra follie psichedeliche, trovate geniali, uno spiccato talento per la melodia ed una rara bravura compositiva. Hear It Is era il primo tassello dalla storia dei FLAMING LIPS. Wayne Coyne e compagni, dopo l’uscita dell’ottimo The Terror nel 2013 sembrano aver perso lo smalto che li aveva sempre contraddistinti, perdendosi un po’ tra riproposizioni di dischi triti e ritriti (Dark Side Of The Moon ed il recentissimo Sgt. Pepper) e collaborazioni quantomeno spiazzanti come quella con Miley Cyrus. Va bene che sono sempre stati un po’ fuori di testa, basti pensare ai parking lot experiments, con 40 cassette da suonare contemporaneamente in un parcheggio, e all’album Zaireeka formato da 4CD che dovevano essere suonati in sincrono per avere l’effetto dovuto, ma la loro follia sembra abbia perso ora quell’inventiva che l’ha sempre resa speciale. Allora meglio tornare indietro, Hear It Is fu registrato in 3 giorni con solo 5000$ di budget, e With You che apre quel disco risulta potente e semplice allo stesso tempo, tanto melodica quanto distorta. Siamo agli albori del nuovo millennio quando una band appena trasferita a Chicago, culla del post-rock nel decennio precedente, Dopo uno split con i GoGoGoAirheart, i 90 DAY MEN registrano nel marzo del 2000 il loro primo album intitolato (it (is) it) critical band, un album in bilico tra post hardcore e math rock, Dialed In è il perfetto brano di apertura che dimostra l’equilibrio compositivo e le capacità strumentali del quartetto.
I BLIND IDIOT GOD erano un trio formato da Andy Hawkins(chitarra), Gabriel Katz (basso) e Ted Epstein (batteria), che eseguiva una musica energetica, a tratti dissonante, esasperante e dall’enorme potenziale. Il loro album d’esordio autointitolato è una perfetta dimostrazione della perizia strumentale del trio, che riesce a plasmare la materia hardcore a volte accentuando, a volte smussando gli spigoli, e che nella seconda facciata muta forma diventando a tratti funky come nella Dark & Bright inclusa nel podcast, che precede il trittico dub che chiude un album fondamentale per il rock strumentale e non solo degli anni ’80. Negli stessi anni i BEASTIE BOYS erano impegnati a creare una specie di ponte tra rock e rap. Adam Horovitz, Michael Diamond ed il compianto Adam Yauch, scomparso 3 anni fa, avevano con il primo Licensed To Ill iniziato un percorso sonoro che si è via via modificato ed arricchito, soprattutto con il loro, forse miglior album intitolato Paul’s Boutique. Inglobati in una definizione che in realtà unisce musiche molto diverse tra loro, crossover, Ill Communication unisce rap, funk e rock in maniera estremamente memorabile e divertente, come non trovare irresistibile il groove di Sabrosa, che poi divenne apertura ideale dei loro concerti? A Bristol nei primi anni ’80, nacque sulle ceneri del Pop Group di Mark Stewart, uno dei gruppi più spettacolari, coraggiosi e musicalmente sovversivi della storia del rock. I RIP RIG & PANIC univano la tecnica vorticosa del tastierista Mark Springer, il basso potente di Sean Oliver, la tribale batteria di bambu di Bruce Smith e la follia della chitarra e del sax di Gareth Sager per comporre un suono che univa la rabbia rivoluzionaria del punk con la potenza del funk, l’esotismo dell’afro e la classe del soul. Si aggiungeva spesso e volentieri al quartetto l’allora giovanissima sposa di Bruce Smithe figlia (adottiva) d’arte di uno dei più grandi trombettisti jazz, tale Neneh Cherry. God è stato il primo di un trittico di album assolutamente imperdibili. Shadows Only There Because Of The Sun è il brano che ho scelto e che apre la seconda facciata del secondo disco chiamata Blue Side.
Anche in italia si può fare eccome dell’ottimo noise rock, mutuato dal blues e dal post punk, con innesti di free jazz e strappi lancinanti, scuri ed epilettici. Nel 2011 Night Dress del quartetto di Jesi BUTCHER MIND COLLAPSE è stato per distacco il mio album italiano preferito, grazie ad un’ispirazione sempre vivida e alle capacità compositive, espressive e tecniche del gruppo capitanato dal cantante Jonathan Iencinella coadiuvato dagli strappi del sax di Nicola Amici, dalla chitarra baritona di Riccardo Franconi e dalle percussioni di Giampaolo Pieroni. La title track è il perfetto vortice emozionale in cui perdersi, trascinati dalla sarabanda incendiaria dal gruppo. Il mio auspicio è che il gruppo possa tornare dopo 4 anni di silenzio con un altro lavoro così ispirato. Rimaniamo in Italia con il duo formato dal chitarrista/cantante Adriano Viterbini e dal batterista Cesare Petulicchio, ovverosia i BUD SPENCER BLUES EXPLOSION. Il duo, dai palesi riferimenti sin dal nome del gruppo, è tornato l’anno scorso con il terzo album intitolato BSB3, da cui ho estratto la trascinante Hey Man. Viterbini, dopo un primo album solista profondamente ispirato dalle sue radici delta-blues ed una lunga tournee a fianco di Fabi/Silvestri/Gazzè, ha appena pubblicato il suo, notevole, secondo album solista intitolato Film O Sound.
VIC CHESNUTT ci manca molto, la sua profonda sensibilità ed ironia, le sue non comuni capacità di scrittura, mi piace ritrovarlo in un lavoro estemporaneo registrato insieme a due collettivi di amici, gli ELF POWER e gli AMORPHOUS STRUMS ed intitolato Dark Developments, pubblicato un anno prima della sua morte. I due gruppi forniscono a Chesnutt il perfetto sottofondo per il suo cantato ora rabbioso ora ironico come nella lunga ed affascinante Phil The Fiddler. I THIS HEAT sono stati un gruppo fantastico, capace di mescolare il suono di Canterbury (il gruppo è nato nel 1975) a nuove suggestioni elettroniche dovute ad un abile uso dei nastri ed ad una visone che inglobava art rock, musica industriale e suggestioni jazz. Paper Hats dal secondo album intitolato Deceit, è specchio fedele delle intuizioni di Charles Hayward, Gareth Williams e Charles Bullen. I God Machine sono stati una band di assoluto livello, la scomparsa improvvisa del bassista Jimmy Fernandez ha portato il trio a decidere di non andare avanti. Il cantante/chitarrista Robin Proper-Sheppard ha poi fondato una sua etichetta (la Flower Shop Recordings) ed un suo gruppo chiamato SOPHIA. Il suono non è potente come la sua prima band ma più acustico e d introspettivo pur mantenendo una grande carica emozionale. Oh My Love è la splendida apertura del quarto album della band.
Devo fare mea culpa… in tanti anni di podcast ho passato davvero pochissime volte una band che non ha bisogno di approfondimenti e che è stata tra le band più importanti ed influenti per la generazione post punk e new wave: i JOY DIVISION. Unkonwn Pleasures è stato il loro primo ed inimitabile lavoro prima del suicidio di Ian Curtis e la pubblicazione del postumo Closer. New Dawn Fades chiude la prima facciata dell’album in piena estasi… SHAWN PHILLIPS non è conosciuto come Tim Buckley, ma anche lui ha contribuito e non poco alla sperimentazione del suo strumento naturale, la voce. Il suo mescolare folk, psichedelia, jazz e musica indiana con la sua ottima tecnica di chitarra e sitar ha reso i suoi due album all’inizio dei ’70 (Contribution e Second Contribution) assolutamente meravigliosi e da riscoprire. The Ballad Of Casey Deiss è una delle sue canzoni più celebri. Un altro gruppo da riscoprire sono sicuramente i FAMILY FODDER. Le ristampe da parte della Staubgold dei primi album (soprattutto il primo Monkey Banana Kitchen del 1981), hanno rinnovato l’interesse per una delle band di culto dell’underground londinese, la band capitanata da Alig “Fodder” Pearce (chitarra, basso, sax e tastiere) e Dominique Levillain (voce) con il loro eccentrico post-punk eccentrico sempre in bilici tra pop e sperimentazione, con la voce della Levillain che oscillava tra inglese e francese, per un insieme che è facile riscontrare come l’influenza più evidente degli Stereolab. Ascoltare Savoir Faire per credere. Tra l’altro, proprio questo rinnovato interesse ha portato Alig “Fodder” a riunire la band originale con la sola eccezione di Bee Ororo al posto della Levillain. Nel 1974 LUCIO BATTISTI è già una stella di prima grandezza nel firmamento della canzone italiana, i due album del 72 e 73 rispettivamente Il Mio Canto Libero e Il Nostro Caro Angelo, hanno raggiunto livelli di popolarità incredibili. Ma Battisti vuole allargare il suo orizzonte, da artista curioso per un periodo prende la sua residenza in Brasile, ed il contatto con la musica sudamericana gli da lo spunto per sganciarsi dal suo fortunato canovaccio e liberarsi verso nuove sfide. Nasce così Anima Latina, un album complesso, sfaccettato, dove anche i testi di Mogol si fanno più brevi, ma allo stesso tempo più intensi ed evocativi. Così l’unione delle dinamiche tipiche della canzone d’autore italiana vanno ad unirsi felicemente con le musiche tradizionali brasiliane, esplorando mondi e sonorità inedite per l’epoca. A dire il vero il cambiamento di Battisti non ebbe il riscontro positivo della critica, ma fortunatamente il tempo è stato galantuomo ed ora Anima Latina è quasi unanimamente definito come il miglior album di Battisti ed uno dei migliori della musica italiana, anche se paradossalmente nessuna delle canzoni presenti nell’album sono conosciute dal grande pubblico. La title track dell’album che chiude il podcast inizia con una lunga introduzione strumentale di piano, percussioni, synth e chitarra acustica, prima che parta la voce sotto un tappeto percussivo. Il finale è liberatorio, un tripudio festante che chiude l’intera trasmissione.
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Ci risentiamo tra 15 giorni. Stay Tuned.
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TRACKLIST:
- THE FLAMING LIPS: With You da Hear It Is (Restless Records – 1986)
90 DAY MEN: Dialed In da (It (Is) It) Critical Band (Southern Records – 2000)
BLIND IDIOT GOD: Dark & Bright da Blind Idiot God (SST Records – 1987)
BEASTIE BOYS: Sabrosa da Ill Communication (Grand Royal – 1994)
RIP RIG & PANIC: Shadows Only There Because Of The Sun da God (Virgin – 1981)
BUTCHER MIND COLLAPSE: Night Dress da Night Dress (Bloody Sound Fucktory – 2011)
BUD SPENCER BLUES EXPLOSION: Hey Man da BSB3 (42 Records – 2014)
VIC CHESNUTT, ELF POWER & THE AMORPHOUS STRUMS: Phil The Fiddler da Dark Developments (Orange Twin Records – 2008)
THIS HEAT: Paper Hats da Deceit (Rough Trade – 1981)
SOPHIA: Oh My Love da People Are Like Seasons (City Slang – 2004)
JOY DIVISION: New Dawn Fades da Unknown Pleasures (Factory – 1979)
SHAWN PHILLIPS: The Ballad Of Casey Deiss da Second Contribution (A&M Records – 1970)
FAMILY FODDER: Savoir Faire da Monkey Banana Kitchen (Fresh Records – 1980)
LUCIO BATTISTI: Anima Latina da Anima Latina (Numero Uno – 1974)